Pop show
STUDIOAMATORIALE Milano dal 12 al 22 aprile 2023
POP SHOW
un mostra di
Maria Pecchioli
a cura di
studioamatoriale
testi
Tamara Turturro
Maria Pecchioli
a cura di
studioamatoriale
testi
Tamara Turturro
foto
studio figure
display
Angelo Castucci
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Angelo Castucci
Quando ho chiesto a Maria Pecchioli nella sala stampa della nostra redazione di Rolling Stove di introdurmi al suo prossimo intervento a Milano presso studioamatoriale, mi ha risposto “Volevo essere un altro e, impegnata così a lungo a sforzarmi di capire quale altro essere, mi sono dimenticata di indagare chi fossi o, quanto meno, chi non fossi”.
In questi dieci giorni a Milano dunque indagheremo il mai sopito conflitto fra essere non essere ed essere altro da sé, e quale città si presta meglio di Milano per questa indagine dove artificio e natura sono in costante combutta.
L’artista presenta alcune pratiche utili per collocare in un equilibrio possibile e precario corpo e mente, oggetti animati e inanimati, essere e non essere: le opere di tecnica tradizionale sono disegni realizzati vestendo i panni di un Monaco Shaolin, rappresentano un corpo a corpo reso visibile grazie al segno vibrazionale ossessivo e organico che sottolinea e circoscrive il vuoto più che la materia e così facendo plasma dei non corpi in bilico fra apparire e scomparire, una danza/lotta fra pieno e vuoto, spirito e materia, organico e artificiale.
Il secondo intervento è l’hackeraggio di un soprammobile di un noto marchio di oggetti per la casa, che mi permetto di dire, rappresenta in sé quasi più una performance che un unico oggetto d’arte. Nella serie ConiglioCazzuto (O Minchiglio come ci tiene a precisare l’autrice) è stato ristabilito l’equilibrio semantico grazie a un’operazione chirurgica che assume senso nella sua spontanea immediatezza, e ristabilisce i connotati della forma trans-formando anzi materializzando ciò che la posa del coniglio lampada da comodino evoca di per sé: un totemico membro che senza imbarazzi (orgogliosamente) viene collocato come attributo mancante, un vuoto colmato, in tutti i non-sense. Quasi un gioco forzato con il corpo pudicamente (ma anche provocatoriamente) asessuato dell’oggetto, come sottolinea l’artista “Non sono io che provoco l’azienda ma l’azienda che provoca i sui clienti nel presentare un oggetto in quella posa così evidentemente evirato dei suoi attributi, per quanto mi riguarda ho solo rimesso le cose a posto”.
Apporre il cazzo a un coniglio nella nostra società bigotta, perbenista e patriarcale è anche un atto di resa alla trasformazione, un’operazione tangibile che vuole emancipare un maschile necessariamente performante e competitivo collocandolo come totemico accessorio da comodino.
Il coniglio non è uno ma è una comunità, un branco di conigli cazzuti che non vedono l’ora di illumina- re le nostre notti.
Un videogame autocostruito dall’artista incornicia tutta l’installazione. Una versione Pecchioli Invaders dove gli avatar dell’autrice sono assoluti protagonisti, costellazione di personaggi estrapolati dai suoi noti calendari che da alcuni anni arredano le nostre case. L’artista dunque si presenta come Player e Monsters dello stesso livello di gioco.
Il pubblico avrà la possibilità di giocare e lottare con questi mostri all’interno di una piscina virtuale. Oltre alle opere in mostra ci saranno due momenti performativi, durante l’opening è introdotta Sadomestica arte marziale, la Via per mettere in equilibrio le moltitudini che ci attraversano, la cui pratica si manifesta nelle Pulizie di Casa.
Infine domenica 16 Aprile un momento sonoro con i Gong planetari Venere e Mercurio, in cui sprofondiamo in un abisso intergalattico, una danza che talvolta può trasformarsi in una lotta, necessaria ad accompagnare le cellule dei nostri corpi in movimento.
In questi dieci giorni a Milano dunque indagheremo il mai sopito conflitto fra essere non essere ed essere altro da sé, e quale città si presta meglio di Milano per questa indagine dove artificio e natura sono in costante combutta.
L’artista presenta alcune pratiche utili per collocare in un equilibrio possibile e precario corpo e mente, oggetti animati e inanimati, essere e non essere: le opere di tecnica tradizionale sono disegni realizzati vestendo i panni di un Monaco Shaolin, rappresentano un corpo a corpo reso visibile grazie al segno vibrazionale ossessivo e organico che sottolinea e circoscrive il vuoto più che la materia e così facendo plasma dei non corpi in bilico fra apparire e scomparire, una danza/lotta fra pieno e vuoto, spirito e materia, organico e artificiale.
Il secondo intervento è l’hackeraggio di un soprammobile di un noto marchio di oggetti per la casa, che mi permetto di dire, rappresenta in sé quasi più una performance che un unico oggetto d’arte. Nella serie ConiglioCazzuto (O Minchiglio come ci tiene a precisare l’autrice) è stato ristabilito l’equilibrio semantico grazie a un’operazione chirurgica che assume senso nella sua spontanea immediatezza, e ristabilisce i connotati della forma trans-formando anzi materializzando ciò che la posa del coniglio lampada da comodino evoca di per sé: un totemico membro che senza imbarazzi (orgogliosamente) viene collocato come attributo mancante, un vuoto colmato, in tutti i non-sense. Quasi un gioco forzato con il corpo pudicamente (ma anche provocatoriamente) asessuato dell’oggetto, come sottolinea l’artista “Non sono io che provoco l’azienda ma l’azienda che provoca i sui clienti nel presentare un oggetto in quella posa così evidentemente evirato dei suoi attributi, per quanto mi riguarda ho solo rimesso le cose a posto”.
Apporre il cazzo a un coniglio nella nostra società bigotta, perbenista e patriarcale è anche un atto di resa alla trasformazione, un’operazione tangibile che vuole emancipare un maschile necessariamente performante e competitivo collocandolo come totemico accessorio da comodino.
Il coniglio non è uno ma è una comunità, un branco di conigli cazzuti che non vedono l’ora di illumina- re le nostre notti.
Un videogame autocostruito dall’artista incornicia tutta l’installazione. Una versione Pecchioli Invaders dove gli avatar dell’autrice sono assoluti protagonisti, costellazione di personaggi estrapolati dai suoi noti calendari che da alcuni anni arredano le nostre case. L’artista dunque si presenta come Player e Monsters dello stesso livello di gioco.
Il pubblico avrà la possibilità di giocare e lottare con questi mostri all’interno di una piscina virtuale. Oltre alle opere in mostra ci saranno due momenti performativi, durante l’opening è introdotta Sadomestica arte marziale, la Via per mettere in equilibrio le moltitudini che ci attraversano, la cui pratica si manifesta nelle Pulizie di Casa.
Infine domenica 16 Aprile un momento sonoro con i Gong planetari Venere e Mercurio, in cui sprofondiamo in un abisso intergalattico, una danza che talvolta può trasformarsi in una lotta, necessaria ad accompagnare le cellule dei nostri corpi in movimento.