Sphaerica
ASSAB ONE Milano dal 25 gennaio al 14 febbraio 2025

SPHAERICA
un mostra di
Andrea Q
a cura di
studioamatoriale
testi
Francesco Tola
Andrea Q
a cura di
studioamatoriale
testi
Francesco Tola
foto
studiofigure
display
Angelo Castucci
studiofigure
display
Angelo Castucci

Un posto spostato, sparso e ospitato, studioamatoriale.
Ora entri in un preambolo di Assab One al primo piano
e speriamo che qui la lettura sia agevolata, non formale.
Qualche verso appunto, emerso, per tenerti la mano
all’inizio di una divagazione che se continui e vai avanti
a sinistra è diverso, se vai a destra è un’altra cosa e non
c’è dubbio che queste cose, per così dire, a noi piaccia mischiarle
tra le mani Andrea Q che, in questi mesi modellati con un tornio
di amicizia generoso, inclusivo addirittura
magnetico, abbiamo incastonato in quest’aula post industriale
e ha trasmesso saperi sul ricamo per confezionare un telo da Picnic,
con aghi, stoffe, mouliné e ampiezza di banda.
Da principio lo ambientava
qui il suo fitto ragionare con Louise Bourgeois di colore
e parole sul filo di vento che all’aria aperta intesse infinite
chiacchiere, cosiddetto picnic. All’aria chiusa qui, sopra
mattonelle marroni, protetta dal gelido gennaio, febbraio,
da dicembre pensiamo a come non prenderci la febbre.
Déjeuner sur les pierres
La testa di Andrea Q
è piena di domande sul senso
del discutere di arte, con Louise Bourgeois: «ogni volta che qualcuno mi chiede
di parlare del mio lavoro mi inaridisco. L’unico modo
per cavarmela è andare nel mio studio e
passeggiare avanti e indietro intorno a un’opera»,
una promenade architecturale per noi coi
Nostri dubbi
le nostre tendenze, i nostri mostri. Andrea Q pensava non fossero sufficienti
i dibattiti sullo stato dell’Arte, delle mostre e, mentre lo pensava, lo
faceva ma non se ne accorgeva e allora ha moltiplicato
i teli e ci ha radunato a ricamarli di motivi in prevalenza sferici, antropomorfi o
di eredità diagìnica, figure primitive ultime che trasfigurano la notte
prima di dormire, ci fanno levitare sul telo volante. Prova
a salire gli scalini e dal pulpito guarda come potrebbe uscire volando
dalla finestra il telo da picnic, saluta Louise Bourgeois déjeunant sur les pierres
sventolando i fazzoletti
per il naso dipinti di pittogrammi
di Scrigni e lascia a terra
il resto, comprese la flora di carte e le palle di peso, le Lune tutte intere
poi ritorna con il mal d’aria e vomita i macigni che hai nello stomaco
tutte le pietre che Alessia B ha messo sopra, con l’acqua in bocca e il cuore
di piet… rottura di palle
gaudente di foglie d’immagini che squamano il corridoio ed entri in
studio La Nut. In Città il mondo gira ma non prima
che inizi la mattina, presto
immagina Alessia B quando arriva ed è ancora buio, gira la chiave nella serratura
e apre, attraversa il cortile interno, sale sui pioli arrugginiti e lucidi
per la brina e dopo il preambolo va a destra e arriva al suo studio.
Fa la luce che le serve e si mette a
lavorare aggrovigliata nelle sue ricerche serie, prima della mattina
presto, prima che la Città faccia scoccare l’Ora e i mezzi
scarichi di muratori si colmino di studenti,
lasciala là
impressa
nelle sue stampe tagliate con l’accetta
l’invito, consulta la proposta svelata
i bambini bizzarri in maschera, le stampe di uno scatto del Pirellone il 18/04
stampato su fogli forse come quelli che ne volarono. Il 20/01
Alessia B compiva gli anni come
David Lynch, allegoria della mano sulla testa eccetera eccetera…
Le pietre negli scatti di Pleasure Rocks collezionate da Ultimabaret
selezionate e sovversive attaccano
ai corpi, perché non dovrebbero?
Eppure sono dure
fanno godere
escogitano come venire
a imporsi non mero
materiale da essere estratto
posate sul corpo in posa davanti all’occhio
meccanico di Alessia B, desiderio tutt’altro che astratto
ma anche meno
male che sono leggère su carta oro stampata offset bidimensionale
altrimenti come potresti lèggere l’icona dell’annuncio che i regni dei viventi sono
finiti? Siamo
morti
di piacere
finalmente, spogliati della responsabilità di un’autoproclamata preminenza gerarchica sulle cose.
Attraversi il corridoio che dallo Studio Nut arriva
Ora entri in un preambolo di Assab One al primo piano
e speriamo che qui la lettura sia agevolata, non formale.
Qualche verso appunto, emerso, per tenerti la mano
all’inizio di una divagazione che se continui e vai avanti
a sinistra è diverso, se vai a destra è un’altra cosa e non
c’è dubbio che queste cose, per così dire, a noi piaccia mischiarle
tra le mani Andrea Q che, in questi mesi modellati con un tornio
di amicizia generoso, inclusivo addirittura
magnetico, abbiamo incastonato in quest’aula post industriale
e ha trasmesso saperi sul ricamo per confezionare un telo da Picnic,
con aghi, stoffe, mouliné e ampiezza di banda.
Da principio lo ambientava
qui il suo fitto ragionare con Louise Bourgeois di colore
e parole sul filo di vento che all’aria aperta intesse infinite
chiacchiere, cosiddetto picnic. All’aria chiusa qui, sopra
mattonelle marroni, protetta dal gelido gennaio, febbraio,
da dicembre pensiamo a come non prenderci la febbre.
Déjeuner sur les pierres
La testa di Andrea Q
è piena di domande sul senso
del discutere di arte, con Louise Bourgeois: «ogni volta che qualcuno mi chiede
di parlare del mio lavoro mi inaridisco. L’unico modo
per cavarmela è andare nel mio studio e
passeggiare avanti e indietro intorno a un’opera»,
una promenade architecturale per noi coi
Nostri dubbi
le nostre tendenze, i nostri mostri. Andrea Q pensava non fossero sufficienti
i dibattiti sullo stato dell’Arte, delle mostre e, mentre lo pensava, lo
faceva ma non se ne accorgeva e allora ha moltiplicato
i teli e ci ha radunato a ricamarli di motivi in prevalenza sferici, antropomorfi o
di eredità diagìnica, figure primitive ultime che trasfigurano la notte
prima di dormire, ci fanno levitare sul telo volante. Prova
a salire gli scalini e dal pulpito guarda come potrebbe uscire volando
dalla finestra il telo da picnic, saluta Louise Bourgeois déjeunant sur les pierres
sventolando i fazzoletti
per il naso dipinti di pittogrammi
di Scrigni e lascia a terra
il resto, comprese la flora di carte e le palle di peso, le Lune tutte intere
poi ritorna con il mal d’aria e vomita i macigni che hai nello stomaco
tutte le pietre che Alessia B ha messo sopra, con l’acqua in bocca e il cuore
di piet… rottura di palle
gaudente di foglie d’immagini che squamano il corridoio ed entri in
studio La Nut. In Città il mondo gira ma non prima
che inizi la mattina, presto
immagina Alessia B quando arriva ed è ancora buio, gira la chiave nella serratura
e apre, attraversa il cortile interno, sale sui pioli arrugginiti e lucidi
per la brina e dopo il preambolo va a destra e arriva al suo studio.
Fa la luce che le serve e si mette a
lavorare aggrovigliata nelle sue ricerche serie, prima della mattina
presto, prima che la Città faccia scoccare l’Ora e i mezzi
scarichi di muratori si colmino di studenti,
lasciala là
impressa
nelle sue stampe tagliate con l’accetta
l’invito, consulta la proposta svelata
i bambini bizzarri in maschera, le stampe di uno scatto del Pirellone il 18/04
stampato su fogli forse come quelli che ne volarono. Il 20/01
Alessia B compiva gli anni come
David Lynch, allegoria della mano sulla testa eccetera eccetera…
Le pietre negli scatti di Pleasure Rocks collezionate da Ultimabaret
selezionate e sovversive attaccano
ai corpi, perché non dovrebbero?
Eppure sono dure
fanno godere
escogitano come venire
a imporsi non mero
materiale da essere estratto
posate sul corpo in posa davanti all’occhio
meccanico di Alessia B, desiderio tutt’altro che astratto
ma anche meno
male che sono leggère su carta oro stampata offset bidimensionale
altrimenti come potresti lèggere l’icona dell’annuncio che i regni dei viventi sono
finiti? Siamo
morti
di piacere
finalmente, spogliati della responsabilità di un’autoproclamata preminenza gerarchica sulle cose.
Attraversi il corridoio che dallo Studio Nut arriva












